Il Ministero della transizione ecologica ha fonito, con propria circolare del 12 aprile 2021, chiarimenti su alcune problematiche connesse al’applicazione della TARI, a seguito delle modifiche apportate dal D.Lgs. 116/2020 al D.Lgs. 152/06 (TUA).

Premesso che il D.Lgs. 116/2020 ha fatto decadere i cosiddetti “rifiuti assimilati” e la possibilità dei comuni di regolamentare l’assimilazione per qualità e quantità dei rifiuti speciali agli urbani il Mite chierisce che:

• Nonostante l’art. 238 del TUA faccia riferimento alla TIA, successivamente sopressa, il riferimento va inteso alla TARI, la necessaria modifica verrà apportata quanto prima;
• La riduzione della quota variabile deve intendersi riferita a qualunque processo di recupero, attestato dal soggetto che effettua l’attività di recupero dei rifiuti stessi, e non solo al riciclo;
• La comunicazione della scelta  di affidarsi ad un gstore diverso dal servizio pubblico, da effettuarsi entro il 31 maggio, deve riportare le tipologie e le quantità dei rifiuti urbani avviati al recupero;
• le superfici dove avvengono lavorazione industriali e artigianali sono escluse dall’applicazione dei prelievi sui rifiuti, compresi i magazzini di materie prime, di merci e di prodotti finiti, sia con riferimento alla quota fissa che alla quota variabile;
• continuano, invece, ad applicarsi i prelievi sui rifiuti, sia per la quota fissa che variabile, relativamente alle superfici produttive di rifiuti urbani, come ad esempio, mense, uffici o locali funzionalmente connessi alle stesse.
• resta dovuta solo la quota fissa laddove l’utenza non domestica scelga di conferire i rifiuti urbani al di fuori del servizio pubblico.

Si segnala infine che l’Autorità garante della concorrenza e del mercato chiede la cancellazione della durata minima quinquennale degli accordi in quanto discriminatoria per gli operatori privati.